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QUELLA VOLTA CHE VASCO FECE SEI DATE…

QUELLA VOLTA CHE VASCO FECE SEI DATE…

1 luglio 2017, Modena Park: l’Italia si ferma, Vasco Rossi per festeggiare il quarantennale della carriera canta davanti a 225.000 persone, stabilendo così il record mondiale di spettatori paganti. Abbiamo deciso di scambiare due chiacchiere con Roberto Villani, storico fotografo del rocker nostrano, partendo da quella volta che Vasco fece sei date consecutive qui da noi… 22, 23, 27 e 28 settembre e 2 e 3 ottobre 2010

 

Quella volta che Vasco fece sei date…

Le sei date facevano parte dello Europe Indoor Tour del 2009/2010, che dei recenti tour di Vasco, a parer mio è stato tra i più entusiasmanti perchè passava dagli stadi, dove era abituato a lavorare e dove è tornato a lavorare, a posti di media capienza che aveva smesso di fare nel 96 mi sembra. Le sei date di Bologna facevano parte della coda del Tour che era partito nel 2009 e venivano dopo Londra, Berlino. Fu un’esperienza incredibile, perchè l’Unipol Arena così piena, così stipata di gente piena di entusiasmo non l’avevo mai vista. Era un entusiasmo clamoroso ed era pieno di gente che pernottava qui. (Cosa che poi si è rivista solo dopo tanti anni, con i concerti di massa).

Che poi tu li hai seguiti tutti e sei…

Sì, come ti ho già detto prima per me era qualcosa di incredibile, io sono di Casalecchio e avere Vasco qui per me era una soddisfazione enorme. Sembrava una continua replica teatrale, sei date a Bologna, quando magari i gruppi grossi ne riempivano una sola, era qualcosa di incredibile. A livello emotivo per me è stato uno dei momenti più emozionanti da fotografare: primo perchè era un tour indoor e vedere Vasco indoor è sempre bello, hai un contatto col pubblico ed è un qualcosa di molto significativo, poi perchè Bologna è la mia città, quindi sono delle foto e dei concerti che sento di più rispetto a quelli di altre città. Qui ancor di più, perchè non eravamo abituati a vedere Vasco in ambienti chiusi e solo lui era in grado di rendere “piccolo” un ambiente grande come questo.

Rimanendo in tema Unipol Arena, quali sono stati gli altri concerti che ti hanno colpito di più? Penso che tu ne abbia visti tanti….

Se esistesse un registro dei fotografi, sicuramente tra gli attuali sarei quello che ne ha fatti più di tutti all’Unipol Arena. Direi sicuramente, senza togliere nulla agli altri, che l’anno migliore è stato il ’96, quando vennero Bowie, AC/DC e Genesis, sicuramente quella fu una bella botta di adrenalina…voglio dire: io ero abituato a prendere la macchina e andare in Svizzera e in Germania per vedere questi artisti qui e di punto in bianco me ne sono arrivati tre a Bologna (dove tra l’altro ero sempre accreditato come fotografo), per me è stato incredibile. Non so se capisci cosa significhi per un fotografo di Casalecchio avere David Bowie a due passi, non è la stessa cosa di vederlo a Milano, l’emozione era tanta, era come se fosse venuto a casa mia a mangiare!Oltre ai Genesis e agli AC/DC (concerto clamoroso) un altro live che sicuramente mi ha fatto impazzire è stato quello degli Who. Se dovessi fare una classifica dei live all’Unipol Arena, togliendo Vasco, direi: Bowie, AC/DC e The Who.

Live storici, torniamo a Vasco. Sei reduce da un concerto con la c maiuscola…

Beh, rimanendo in tema di concerti storici, questo non è un concerto ma IL concerto, sicuramente in Italia non ci sarà nessun altro che potrà reggere un confronto del genere, questo è stato un evento mondiale

Record mondiale di spettatori paganti…

Esatto, ma non solo gli spettatori paganti, parlo dell’attesa, la concezione…e poi ti voglio dire una cosa: se ci fossero stati altri 220.000 biglietti li avrebbero venduti tranquillamente. Se avessero potuto ne avrebbero venduti 400.000, perchè c’è stato un entusiasmo incredibile e travolgente e ti dirò che per me, in 24 anni di lavoro come fotografo ufficiale di Vasco, avere la foto ufficiale della data, che è diventata la foto icona di Vasco e in più essere su quel palco a far foto a un evento clamoroso…ti dico, quando son salito sull’elicottero a fare le panoramiche non vedevi la fine… una cosa da togliere il fiato. Poi quando sul palco ha iniziato con “Colpa d’Alfredo” e io ero lì a fotografare, ho sentito le prime strofe e il boato del pubblico…è stato uno spostamento d’aria…come ti ho già detto, da togliere il fiato…non so come abbia fatto lui ad andarci contro, perchè lui andava contro lo spostamento d’aria…capisci? Prova a immaginare il boato di 220.000 persone, è stato incredibile. Io che dovevo fare delle foto avevo l’adrenalina a mille, non so lui e i musicisti, che erano gli attori protagonisti, cosa abbiano potuto avere dentro di loro, io ho visto i loro occhi…luccicavano…

Sono stati i protagonisti di una nazione intera…

Sì, se metti insieme i cinema, la tv, questo è uno spettacolo che vale una finale dei mondiali e io nel mio piccolo mi sono ritagliato un posto nella storia: ho la mia foto, essere il fotografo ufficiale sul palco dell’evento…mi sono creato un po’ di storia come fotografo, per uno che fa il fotografo essere attore protagonista di uno show del genere, sia con la foto ufficiale che rimarrà nella storia, sia con le foto del concerto, per me è stata una soddisfazione enorme…

Che poi questo rapporto foto – copertina se non sbaglio già esisteva con “Rewind”…

Sì! Infatti! Qui era più difficile da ripetere, Rewind era stata una data magica. Era il primo grosso evento che faceva in Italia (Imola 98), l’arrivo dell’elicottero, lui che scende con l’adrenalina a mille con sto giubbotto, io ero lì nel backstage e con due scatti abbiamo fatto la copertina di Rewind… è stata una cosa unica e irripetibile. Sono state due situazioni simili (fotograficamente parlando) per la storia dell’elicottero, ma Rewind rimarrà sempre nella storia, fu il primo grande evento di massa che ha dato la spinta a Vasco rendendolo irraggiungibile sui live. Sono stati sicuramente i punti più alti della mia carriera… tu puoi fare gli Who, i Coldplay, gli U2, ma quando hai la copertina di Rewind e la foto simbolo di Modena Park, cosa vuoi avere di più? E’ come quando un artista riceve un disco d’oro… diciamo che gli Oscar alla carriera me li ha dati Vasco: Rewind e Modena Park.

C’è anche la storia della mostra a Modena

Sì, non è una personale di Roberto Villani, è una mostra con tantissime foto di Roberto Villani, dove però è stato scelto di dare risalto all’artista e non al fotografo come avviene di solito (scelta che io ho condiviso in pieno). In occasione del quarantennale di Vasco, è stata allestita una mostra che ha ripercorso i 40 anni di storia attraverso le foto (e non solo) dei suoi concerti. Praticamente è una mostra itinerante (molto bella) che parte dai primi album della sua carriera ed arriva fino alle ultime foto scattate prima di Modena Park. Con un percorso guidato da Diego Spagnoli, il direttore di palcoscenico, che spiega ogni periodo della carriera di Vasco attraverso l’Iphone. Io ho un bel periodo corposo di immagini che va dal 1993 al 2015, il periodo in cui ho lavorato con Vasco. In più c’è l’inserimento di una ventina di foto tridimensionali che feci nel tour del 2011 (per una mostra del 2012) e che sono state riproposte e devo dire molto apprezzate all’interno della mostra…

Imola 98

Scusa se ti interrompo, ma qui a questo punto c’è da dire una cosa: con la storia del 3D avete anticipato i Queen! 

Esatto, I Queen hanno fatto il libro, mentre noi nel 2012 avevamo già fatto mostra e libro in 3D. Mi piace molto questa analogia coi Queen, perchè io ho iniziato a fotografare a un loro concerto ed è lì che ho detto “io da qui non mi muovo più”. (dalla macchina fotografica, ndr)
Comunque, io ho iniziato con loro e ho conquistato il management di Vasco con le loro foto, aver fatto il loro stesso lavoro, ma con cinque anni di anticipo, è stato come aver aggiunto una ciliegina sulla torta.

 

Queen che verranno qui a suonare con Adam Lambert in data unica italiana a novembre

Che tra l’altro io ho già fotografato un paio di volte con Adam Lambert: una volta a Zurigo e due anni fa a Padova e posso anticipare tranquillamente che si tratta di un concerto incredibile! Voglio spezzare una lancia in favore di Adam Lambert, io ho amato tantissimo i Queen e Freddie Mercury e li ho visti 4 volte. Sempre immensi. Però oggi i Queen sono questi e lui (Adam Lambert, ndr) è riuscito a entrare nel tessuto delle canzoni e chi vuole vedere delle belle canzoni dei Queen, suonate da Brian May e da Roger Taylor, accompagnate da una bellissima voce…il mio consiglio è quello di andare, perchè lui è veramente molto bravo

Un’ultima domanda di rito: un consiglio che daresti ai giovani fotografi che si approcciano per la prima volta alla fotografia musicale

Io adesso noto una cosa: molti colleghi, giovani e non, si approcciano alla fotografia in maniera errata, a loro basta fare le dieci/venti foto per la fotogallery e per avere i 50 like su Facebook. Questo è il prototipo del fotografo da concerti oggi: per me è sbagliato! Io ho avuto dei maestri come Guido Harari, Armando Gallo, Brunelli, etc e la priorità era vedere col cuore l’artista che avevi davanti e con le tue foto conquistavi i tuoi ammiratori o le redazioni dei giornali, bastava farne poche ma fatte bene. Io sono entrato nel management di Vasco con dieci foto dei Queen e dieci foto degli Iron Maiden…

Gli Iron Maiden dove?

Nel ’90 a Modena

Quindi Modena ritorna prepotentemente nei tuoi racconti…

Sì, era il Monsters of Rock, più che il ’90 mi sa che era il 1988… comunque io portai queste diapositive e il grafico rimase molto colpito… adesso c’è più voglia di fare a gara a chi pubblica per primo le immagini e forse questo appiattisce il discorso fotografico. Un’altra cosa che consiglio è quello di non sentirsi arrivati dopo tre concerti, uno deve crescere e imparare a fare le foto poco alla volta. Adesso i fotografi sono tutti molto bravi, però mi sembra che guardino troppo l’ego, il lato personale che poi è quello che ti frega…non arriverai mai da nessuna parte così, rischi di finire nella massa. Per emergere devi fare qualcosa di diverso: io mi sono inventato il 3D e me ne sarei potuto tranquillamente fregare, però all’epoca ho pensato: cosa possiamo dare in più a Vasco? Inventiamoci il 3D! Da lì, ho studiato la macchina e ho fatto il tour con un prototipo, mi sono fatto un c… così giorno e notte studiando per dare a Vasco cose diverse… mi sono messo in gioco con col rischio di fare anche delle cazz***

Noi infatti abbiamo sperimentato quest’anno le foto a 360 gradi

Bravi, bisogna osare e inventarsi sempre qualcosa per dare più qualità al proprio lavoro!

Ci vediamo al prossimo concerto sotto palco

Direi di sì, vengo da casa in bicicletta (scoppiamo a ridere, ndr) alla prossima!

 

A cura di Alessandro Morana